Ninì, un cugino sempre presente

Ciao carissimo Ninì, i momenti che abbiamo trascorso insieme, da quando nel 1960 lasciai Gravina, sono stati rari e molto brevi ma sono sempre stato consapevole del fatto che tu per me e per i miei fratelli eri sempre presente, siamo stati parte dei tuoi pensieri e delle tue affettuose attenzioni.

Durante i nostri colloqui telefonici le tue prime parole erano in un perfetto dialetto gravinese di cui io, dopo tanti anni, non ricordavo più il loro significato. E tu, dopo la traduzione mi dicevi sempre di non dimenticare le nostre radici e di non perdere l’amore per la nostra storia e la cultura del sud.

Mi preme ricordare proprio quei brevi momenti vissuti insieme. Tu e Rosa siete venuti a Milano, era verso la fine degli anni Sessanta, inizio anni Settanta. Rosa aveva espresso il desiderio di incontrare la sua amica Virginia. E’ bastata una telefonata e con la mia Fiat 500 siamo andati insieme a trovarla. Con noi è venuta anche mia cognata Maria a Milano anche lei in quei giorni. Per Rosa è stato molto bello rivedere Virginia dopo tanto tempo.

Caro Ninì, così come hai accolto papà Celestino in occasione dei suoi brevi viaggi a Gravina  e non gli hai fatto mancare la tua vicinanza, allo stesso modo ti sei comportato con me e non posso dimenticare quando io e i miei fratelli Ninì e Pinuccio siamo venuti a Gravina  per essere vicini ai nostri cari genitori defunti, papà da oltre vent’anni e mamma da oltre trenta, in un momento così doloroso. Tu ci sei stato molto vicino. Quel giorno ci hai ospitato a casa tua e Rosa è stata lieta di accoglierci con grande affetto.

Un ricordo indelebile è quello degli auguri che ci scambiavamo in occasione delle festività della Santa Pasqua e del Santo Natale e molto gradite erano le tue meravigliose poesie che mi facevi avere e che custodisco gelosamente.

E perché rimanesse vivo in me il ricordo delle mie radici e della cultura del Sud molto graditi sono stati i tuoi libri Terr’a Sulagne e Venti di Unità che gentilmente mi hai regalato.

Ci sono stati altri momenti, anche se brevi, sia a Gravina che a Milano, durante i quali non è mancata l’occasione di parlare delle nostre famiglie.

Ciao caro amatissimo cugino.
Francesco PACE
Cassina de’ Pecchi, 22 giugno 2020

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